ANALISI DELLA ZATTERA – Cap. 1008

“Ashura Doji, Il Capo Dei Banditi Del Monte Atama”

Buon fine settimana Zatteristi! Il volume 100 di One Piece prosegue senza sosta il suo crescendo di sorprese e “colpi di scena”, alcuni davvero piacevoli ed efficaci, nonostante la loro semplicità, altri quasi inutilmente contorti, per quanto prevedibili, anche a causa del loro affastellarsi gli uni sugli altri. E’ un parere assolutamente personale, di solito non amo questa scelta narrativa che porta alla reiterazione continua di plot twist ripetitivi, nello spazio di pochi capitoli.
 
D’altro canto, noi lettori eravamo consapevoli della possibilità che certi personaggi potessero rientrare in scena, ma non sapevamo con certezza quando e in che modo. Et voilà, il sensei ha accontentato gran parte del suo pubblico.

Oda ha svelato l’ennesimo “mistero”, dopo essersi divertito ad alimentarlo e ad instillare dubbi nei lettori con i suoi falsi indizi, con elementi “ambigui”, che a volte sono veramente tali, altre volte invece sono suggestioni che noi stessi creiamo: la nuvoletta fumosa ai piedi di “FOden” (Fake Oden, per gli amici appunto FOden), il suo corpo intonso, le spade stranamente simili a quelle di Gyukimaru, la precedente presenza di Hiyori (unica certezza in un mare di dubbi, perché quel profilo era il suo e di questo sono sicura, sia quel che sia), tutti dettagli inseriti ad arte, che però andavano a cozzare con quanto già sapevamo su Onimaru, il principale indiziato, ovvero che la volpe era stata presentata come capace di un solo travestimento, quello del monaco guerriero.
 
Ormai non importa più, visto che Oda non ha saggiamente reintrodotto né il vero Kozuki Oden (grazie, GRAZIE) né Toki, anzi, ha finalmente fugato ogni dubbio, se mai ve ne fosse stato, riguardo ai poteri legati al viaggio nel tempo, possibile solo verso il futuro e non in direzione opposta. Tutto semplice e lineare. Perfetto così.
Prima di proseguire con l’analisi vera e propria, vi dico subito che sono curiosa di sapere cosa ne pensate del ritorno del più grande folle artista di One Piece, fatemi sapere come sempre nei commenti, e, per concludere la premessa, vi ricordo che stanotte torna l’ora legale, lancette un’ora avanti e vento in poppa!
 
IT WAS KANJURO ALL ALONG!
La citazione ad una certa serie tv era d’obbligo, chi ha visto avrà sicuramente capito (ma niente spoiler nei commenti). Per la seconda volta, Kanjuro tradisce i Foderi, illudendoli, ingannandoli, umiliandoli, ferendoli sia nell’orgoglio, che nello spirito e nel corpo.
In un primo momento, questa scelta di Oda non mi ha entusiasmato, sia perché le modalità del rientro del personaggio presuppongono, per me, che tutti i Foderi, compresi Kiku che ha vibrato il colpo, l’acuto Denjiro e il disilluso Ashura, non abbiano minimamente notato che l’ex compagno fosse ancora vivo, anche se posso comprendere la motivazione dietro il loro errore di valutazione (avvenuto però in un momento in cui era più che mai necessario mantenere i nervi saldi), sia perché avevo ancora in mente la straordinaria tavola in cui il traditore aveva rivelato la sua vera natura al Porto Promesso, nella barca sul mare in tempesta (con tutte le successive conseguenze).
La drammaticità teatrale di quel colpo di scena, per me, è tutt’ora inarrivabile, ben superiore a questa ennesima rivelazione.
 
Ragionandoci a mente fredda, però, e dopo diverse riletture del capitolo, ho accettato, seppur con riserva, la soluzione narrativa di Oda, ho accettato di lasciarmi trasportare dalla poetica quanto straziante spiegazione fornita da Ashura (la volontà di Kiku, inconsciamente, ha vacillato nell’uccidere un amico, e con essa, anche la sua spada affilata ha mancato il colpo fatale) giungendo alla conclusione che la seconda epifania del traditore non dovesse puntare allo sconvolgimento assoluto di noi lettori lettori, ben consapevoli della possibilità del suo ritorno, ma a quello emozionale dei Foderi, e al conseguente superamento della loro precedente incapacità di ferirlo a morte, chiudendo il conto in sospeso.
Perché di questo si tratta, di recidere determinati legami con il passato, alcuni in via definitiva (Kanjuro), altri affidandoli alla dolce consolazione offerta dalla memoria, in cui vivranno per sempre (Oden e Toki e tutti i samurai e alleati caduti nel corso degli ultimi 20 anni).
 
Inoltre, grazie a tutta questa prima parte, Oda ha suggerito, ad attori e spettatori, che il traditore possa rimanere tale fino alla fine, senza giungere alla redenzione (fortemente voluta dal nostro buon #Foxy), e, quasi a riprova di ciò, il personaggio sottolinea ancora, con forza e convinzione, che il suo vero nome sia KUROZUMI KANJURO, detto l’irredimibile, questo lo aggiungo io, sperando sia davvero così.
 
Lo ammetto, questa possibilità mi ha entusiasmato, Kanjuro come villain puro, sconvolto a tal punto dalla morte violenta dei genitori da non riuscire più a ritrovare la via dell’accettazione del lutto, del torto subìto (anche di fronte ad eventuali scuse ufficiali da parte di Momo), e, di conseguenza, la via del perdono.
La ricomparsa sul palcoscenico dell’artista folle, con tanto di strategico “travestimento”, segue e sottolinea ancora il fil rouge della saga di Wano, il Teatro Kabuki: l’emozione prima di tutto, puntando al cuore degli spettatori, di noi che assistiamo alla sua performance estrema.
E’ un’arma a doppio taglio, come detto già nella premessa, Oda sta un po’ giocando con il fuoco, rincorrendo forse troppo le caratteristiche del kabuki, perfette nel linguaggio teatrale tradizionale giapponese, un po’ meno nell’economia della sceneggiatura di un manga battle shonen.
 
E’ innegabile, comunque, che le diverse espressioni di felicità, mista al pianto, dei Foderi siano impagabili, tra le tavole più coinvolgenti del capitolo, così come i loro visi deformati dalla rabbia nel momento in cui Ashura, il più disilluso, sospettoso e “distaccato” del gruppo, svela l’inganno, supportato poi dalle parole di Raizo (che ricorda bene i poteri di Toki e ciò che erano, o non erano, in grado di fare).
 
È proprio Ashura, questa volta, il protagonista della scena, insieme a FOden/Kanjuro. Il suo distacco non è dovuto ad una mancanza di affetto nei confronti del suo deceduto signore, ma alla ruvidezza dei suoi trascorsi e all’esperienza temprata nei suoi anni da capo dei banditi (come sottolinea il titolo). L’illusione di una gioia effimera non è ciò di cui lui e i suoi compagni hanno bisogno per riprendersi. Oden è morto eroicamente, nell’ora leggendaria, per salvarli, affinché i suoi compagni, a loro volta, salvassero il paese di Wano. Il sacrificio di Ashura Doji è necessario per svegliare definitivamente gli altri Foderi dall’illusione, per aprire i loro occhi, spronandoli a superare la ritrosia nell’uccidere davvero quello che ormai è un nemico pericoloso, pronto a tutto pur di mettere fine al loro sogno: Momonosuke Shogun di un Paese finalmente libero e con i confini aperti per accogliere l’Alba del Mondo.
(Giusto per chiarire, molto probabilmente “la fine” di Ashura è la solita “finzione scenica” di Oda, se l’esplosione atomica di Alabasta non ha ucciso Pell, questo fuoco d’artificio artistico “alla Deidara” avrà fatto il solletico all’ex bandito, ammetto però che la tavola con il suo braccio inerte e la spada piantata nel terreno fa un certo effetto).
 
Quanto detto sopra, sull’utilità del gesto di Ashura, è ovviamente ciò che mi auguro, altrimenti non vedrei il senso di porre in futuro nuovamente i Foderi davanti ad una situazione simile a quella del capitolo 985, senza che questa porti, stavolta, alla definitiva morte di Kanjuro, considerando che adesso, a quanto commesso in passato, si aggiunge, come la classica goccia che fa traboccare il vaso, anche il ferimento (mortale?) di un compagno e l’oltraggio al defunto Oden.
Kanjuro non ha più nulla da perdere, viste le sue condizioni, e, come lui stesso afferma, il suo desiderio più grande è concludere il ruolo, lungo un’intera vita, con il capolavoro finale, morire colpendo al cuore l’avversario. Il suo obiettivo è uccidere Momo, ma non escludo che lungo la strada possa imbattersi eventualmente in Hiyori, tenendo conto che nel capitolo 976, era sua intenzione trovarla ed eliminare anche lei.
 
CHI NON MUORE SI RIVEDE
E visto che i Kurozumi sono sempre due, oltre all’apprendista ecco che ricompare sul palco anche il suo Maestro… No scusate, quella è un’altra storia, quelli sono i Sith, ma non ho resistito a citare Star Wars, anche se il paragone non è calzante al cento per cento.
Tutti e due sono “morti” nello stesso capitolo, il 985, e malignamente ritornano entrambi qui nel 1008.
Orochi si riprende la scena da protagonista, nonostante l’uscita da comprimario, correndo e sghignazzando in modo caricaturale, quasi ridicolo, accompagnato dal fido Fukurokujo, sparito nel nulla qualche capitolo fa (e da quel momento, i dubbi sulla prematura dipartita dello shogun usurpatore erano diventati certezza del suo ritorno).
 
La presenza di Orochi apre la possibilità a scenari interessanti: sia lui, Kanjuro, i Foderi (non sappiamo ancora se quelli rimasti o solo uno di loro, Oda sembrerebbe intenzionato a dividerli per degli scontri individuali) il gruppo di Momo, e forse Sanji, potrebbero convergere nello stesso luogo. Senza dimenticare che Hiyori potrebbe essere nei paraggi con la Ame no Habakiri.
Non mi dispiacerebbe vedere un grandioso scontro on stage che facesse il paio con quello sul tetto tra le supernove e gli Imperatori, a meno che le fiamme appiccate dal dinamico duo non facciano addirittura crollare parte della calotta cranica, rimescolando nuovamente le carte in gioco (e spostando l’assetto delle pedine sulla scacchiera, sempre che gli agenti della CP-0 aggiornino il risultato, la scorsa volta un utente nei commenti mi faceva giustamente notare come, nonostante le azioni di Tama e Chopper, lo schema delle pedine fosse invariato, su CP-0 Boys, datevi una mossa!).
 
TUTTI GLI ALTRI, E SOPRATTUTTO MOMO HAKI DEL…
Haki della percezione e basta, come direbbe #Foxy. E chi sono io per avanzare altre ipotesi? In realtà concordo con lui, quasi sicuramente le parole di Momonosuke, o meglio, le sue sensazioni, alludono ad un possibile sviluppo di questo tipo di haki, tramite il quale “sente” ciò che prova Luffy. Oda sembra insistere per l’ennesima volta su quelle che potrebbero essere le prossime capacità, i prossimi “poteri” del bambino, il quale potrebbe rendersi conto, per tempo, del futuro impatto dell’isola sulla capitale e provare a fermarne la caduta. Del resto la stessa Yamato (che ricomincia con il fastidioso ritornello dell’essere Oden) sottolinea come la trasformazione di Momo sia simile a quella del padre.
 
Prima di concludere parlando dello scontro sul tetto, vorrei fare un breve ma doveroso accenno a Inuarashi e Jack. Lo scambio di battute tra i due è perfetto e delinea la loro prossima battaglia, che spero vedremo, basterebbero anche poche tavole, come un vero e proprio scontro ideologico: da un lato, il duca del giorno rappresenta un’intera civiltà oltraggiata e decimata con armi batteriologiche, dall’altro, la più giovane delle calamità, rappresenta chi si è macchiato di crimini di guerra.
 
E finalmente la forma ibrida di Kaido, per la quale, sinceramente, non provavo grande interesse, non odiatemi, non era una di quelle cose che attendevo di più, però va bene così, nel complesso mi è piaciuta, fortunatamente il design è migliore rispetto a quello di X-Drake, che non è tra i più riusciti (mi riferisco al viso).
Oltre al nuovo look di Kaido, e a Big Mom in posa da battaglia, gli ultimi elementi su cui discutere sono le parole delle supernove sul cambiamento della strategia combattiva e i ripetuti “rimbalzi” di Luffy.
Separare gli imperatori è una mossa saggia, forse l’unica che potrebbe garantire maggiori possibilità di vittoria, e adesso sarà interessante vedere come si divideranno i ragazzacci della Peggiore Generazione per affrontare i loro avversari.
Sui rimbalzi di Luffy non saprei sinceramente cosa pensare, potrebbero essere dovuti ad un nuovo potere di Kaido, ad una sorta di resistenza aumentata grazie alla forma ibrida, vedremo….
Quel che spero è che i prossimi sviluppi della battaglia possano condurre finalmente al tanto desiderato (e necessario) flashback sull’Imperatore.
 
Articolo scritto da #Clementina de La Zattera di Teach

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