ANALISI DELLA ZATTERA – Cap. 1005

“Bambina demoniaca”

 
Ben ritrovati Zatteristi! Questo capitolo mi ha entusiasmato, ve lo dico già adesso e senza giri di parole. Sanji e Robin, e tutto il resto. Non c’è nulla che non mi sia piaciuto, tranne una tavola…ma andiamo con ordine, gli argomenti da trattare sono parecchi e tutti interessanti.
Sulla cover a richiesta c’è poco da dire, se non che vedere Katakuri gustare delle prelibatezze in compagnia di cuccioli e gattini è divertente, sempre meglio di Pound redivivo.
 

NON E’ DISONOREVOLE CHIEDERE AIUTO
Il capitolo si apre mostrando uno dei fronti più critici della battaglia, Sanji ancora prigioniero di Black Maria, intenzionata a fare di lui il suo prossimo animaletto da compagnia, spezzando la sua volontà a suon di schiaffoni, anzi di pugni ornati con tirapugni, scusate la ripetizione. Per quale motivo la donna ragno non usi l’haki non è dato capire, magari le piace sfoggiare dei “gioielli”, saranno anche fatti suoi, oppure è una auto-citazione di Oda a Miss Monday vs Zoro. Comunque poco importa, qui vorrei soffermarmi in particolare sul suo stoico prigioniero.
 
Per quanto riguarda Sanji e le sue azioni, o meglio la sua apparente mancanza di iniziativa offensiva o difensiva, nella scorsa analisi avevo lanciato una provocazione, chiedendovi se in questa particolare circostanza, considerate le gravi minacce a Robin, il biondo Vinsmoke avrebbe deciso di passare all’azione, quantomeno cercando di liberarsi da solo per difendersi dagli eventuali colpi di Black Maria, per ostacolarla ed evitare di mettere in pericolo la compagna di ciurma e i Foderi Rossi, inermi nella camera del tesoro.
E invece no, Oda ha fatto di meglio: grazie alla sua scelta narrativa ha veicolato, in modo semplice ma efficace, un messaggio significativo sulla parità di genere, senza scadere nel femminismo spicciolo, facendo così risplendere di luce propria Robin tramite la maturazione di Sanji.
 
Vorrei soffermarmi su questo aspetto soprattutto perché, da diverso tempo, proprio Sanji è oggetto di aspre critiche da una consistente parte del fandom, delusa dalla sua presunta “inutilità” nella corrente saga di Wano.
Ad essere sincera anche io, più di una volta, ho sottolineato che avrei voluto vedere una maturazione più netta nel comportamento del personaggio, più che altro perché, a volte, la continua reiterazione di certi comportamenti, alla lunga, può stancare, ma, in effetti, ormai da un certo periodo si sono visti dei cambiamenti in positivo, che ne attestano la costante maturazione, e ciò che accade nel capitolo 1005 ne è la prova.
 
Sanji, da sempre, ha il punto debole delle donne, e forse non riuscirà mai a colpirle, perché così deve essere, perché lui le ama tutte, il personaggio è stato caratterizzato in questo modo, è una delle sue peculiarità (un po’ come la tendenza a perdersi ovunque di Zoro, o quella a mentire di Usopp, ecc), ma ciò non toglie che possa avere un margine di miglioramento ed evoluzione, che in effetti c’è appena stato.
Grazie al confronto con la detestata e rinnegata famiglia, ha ritrovato l’affetto di Reiju (che in realtà non aveva mai perso) e ha ottenuto una qualche forma di rispetto da parte del padre e dei fratelli (non fraintendetemi, il padre si è espresso sempre in termini duri e sgradevoli fino all’ultimo, i fratelli non lo hanno abbracciato felici, ma, nei limiti delle loro possibilità, hanno riconosciuto una certa dignità a chi consideravano solo un “esperimento fallito”).
 
Nella saga Whole Cake (che piaccia o meno) Sanji ha dimostrato il proprio indiscusso valore: era pronto a sacrificarsi, rinunciando a tutto, anche al suo sogno, per salvare Zef e tutti i cuochi del Baratie, e per tenere al sicuro anche i suoi compagni; ha affrontato LinLin per difendere la sorella (non l’ha attaccata direttamente ma comunque ha bloccato i suoi colpi), e, cosa più importante, è riuscito a fermarla facendo ciò che rappresenta la sua vera forza, ovvero cucinare, preparando la migliore wedding cake di sempre.
 
Sanji è un cuoco, ed è anche un valido combattente, e capisco che una vittoria ottenuta tramite la preparazione di un dolce piuttosto che a suon di calci infuocati possa non essere apprezzata da un certo numero di lettori, che preferiscono sempre e comunque le mazzate “quelle vere”.
Lo capisco, anche se non lo condivido.
A Whole Cake Sanji ha fatto un solo sbaglio, anche se in buona fede, quello di voler risolvere i suoi problemi da solo, senza confidarsi con i compagni, ma, escluso quell’unico errore, già nel corso della saga, ha mostrato i primi segni di miglioramento. Ha mostrato la sua superiorità morale rispetto a quella della propria famiglia, ha cucinato al massimo delle sue possibilità, ha ispirato in positivo Pudding, non ha deluso Luffy, che ha sempre creduto in lui, e si è dimostrato degno del sacrificio compiuto da sua madre, come sottolineato anche dalle parole di Reiju, pronta a morire serena, ritenendosi addirittura salva, sapendo che l’eredità dei Vinsmoke non sarebbe stata solo violenza e mostruosità ma anche gentilezza (capitolo 865).
 
E adesso, nel 1005, Sanji, pur attenendosi alla sua caratterizzazione di base (che può non piacere, e va bene così) ha comunque fatto un nuovo e grande passo avanti, come sottolineato già la scorsa volta dal buon admin #MrPrince, dimostrando di aver imparato la lezione: consapevole del proprio limite, ha chiamato in soccorso un nakama in grado di gestire la situazione (“Se non posso fare niente chiedo aiuto” , lo diceva già Luffy nel capitolo 90 in risposta alla derisione di Arlong) affidandosi completamente a Robin, che non viene considerata come la fanciulla indifesa da salvare, ma una compagna di ciurma sua pari, degna di affrontare un avversario insidioso.
In questo modo Sanji si dimostra ben più sicuro del successo dell’amica rispetto a Jack, che invece sottovaluta Black Maria, ritenendola inferiore ai Foderi, spinto anche dal suo rancore verso Inu, Neko e Raizo (ed è talmente ansioso di ucciderli da travolgere, nella sua corsa, anche i suoi stessi uomini).
 
Riguardo invece alle reazioni del cuoco, al fatto che si sia limitato a subire i colpi di Black Maria e abbia poi all’improvviso cambiato idea e invocato Robin, ecco, anche in questo caso, in realtà, non ho visto qualcosa di negativo, ma piuttosto qualcosa che si sposa perfettamente con uno dei temi peculiari (e sempre presenti) della saga attuale, ovvero l’elemento teatrale, la recita, la finzione, l’indossare una maschera, reale o simbolica, nonché l’inganno e il colpo di scena ad effetto, insiti specialmente nel kabuki.
Ed è anche un rimando a ciò che è avvenuto nel 1004, a Nami e Usopp, che ingannano e spiazzano (noi e) Sasaki invocando l’aiuto di Franky, salvo subito dopo prenderlo in giro con uno sberleffo.
Allo stesso modo Sanji prima resiste ai colpi della sua aguzzina e sembra intenzionato a proteggere Robin (come sottolineano le compagne di Black Maria, simili al pubblico reale che commenta) poi sorprende tutti i vari personaggi (e sempre noi lettori/spettatori) chiamando Robin, mosso anche dall’urgenza di andare a proteggere i Foderi Rossi, pronto a farsi carico del biasimo di tutti coloro che ascoltano la comunicazione (e tra quei tutti ci siamo sempre anche noi) o forse semplicemente incurante di quel biasimo, ipotesi che sinceramente preferisco molto di più, e che sarebbe indice di grande sicurezza in se stesso, uno schiaffo morale alla simpatica idiozia spaccona del trio sul tetto, che si è beccato le sfere infuocate dell’imperatrice in piena faccia pur di dimostrare risolutezza e virilità.
 
Inoltre, come sottolineato da #Cico, Sanji potrebbe aver percepito la presenza di Robin (ne avevamo parlato anche nella scorsa analisi, ipotizzando che l’archeologa fosse nelle immediate vicinanze pronta ad intervenire al momento opportuno) decidendo così di spiazzare volutamente gli avversari (e, per così dire, il “pubblico in sala”) per avvantaggiare ancor di più la compagna.
In effetti noi lettori ci aspettavamo l’arrivo di Robin e Brook, invece gli avversari di Sanji no.
 
Quindi lo ripeto, sono lieta che Oda abbia optato per questa scelta, anche perché adesso il cuoco, a cui è concessa anche una battuta auto ironica sul fatto che contro Black Maria non possa vincere in alcun modo, può correre a fermare Jack, ed eventualmente ad affrontare Queen, come ipotizzato da #Law.
Inoltre Oda, sfruttando l’appello di Sanji ci ha mostrato una rapida panoramica della situazione nelle varie zone del castello: in un montaggio serrato vediamo X-Drake contro Apo’o, Chopper alle prese con la preparazione del vaccino, alcuni dei pirati di Kid, Bepo e Penguin particolarmente agguerriti, Marco vs. King, Jinbe che tiene a bada Who’s Who e Franky sorridente che sta mettendo in difficoltà Sasaki, ma soprattutto Nami ( che ha subito compreso che l’avversaria del compagno fosse una donna) e Usopp, che, grazie alle urla di Sanji si accorge della provenienza esatta della voce (stessa cosa di cui si rende conto anche Momonosuke) ma questo importante dettaglio lo approfondirò più avanti.
 
SEMPLICEMENTE…ROBIN (E BROOK)
Lo ammetto, lei mi piace sempre e da sempre. Ero certa che si sarebbe distinta a Wano, in un modo o nell’altro, senza schiamazzi o entrate trionfali… e invece, con mia gradita sorpresa, Oda le ha riservato un’entrata in scena plateale ed entusiasmante, mantenendo comunque intatta la calma e la grazia che contraddistinguono l’affascinante archeologa.
Lo dico adesso: come immaginavamo, lei è l’avversaria perfetta per Black Maria, a cui Robin si è presentata con un gigantesco (mano) schiaffo in pieno volto, giusto per mettere le cose in chiaro.
E ha anche rincarato la dose sottolineando con poche ma efficaci parole che lei non è un avversario da sottovalutare, considerati i suoi trascorsi e il suo affetto incondizionato per i suoi nakama. Robin è pronta allo scontro, e il close up sui suoi occhi non ammette dubbi. L’ex bambina demoniaca vs la Tobi Roppo ispirata ad uno yokai/demone giapponese, il parallelismo è d’obbligo.
 
Ho apprezzato anche molto la cura con cui Oda ha disegnato la figura di Robin per intero, la posa e i dettagli dell’abito, i cui ricami floreali richiamano le caratteristiche del frutto Hana Hana, la capacità di far fiorire parti dal corpo ovunque, e soprattutto quella splendida tavola in cui, con quel bellissimo sorriso radioso, ringrazia Sanji, davvero felice per essere stata chiamata in soccorso. Una scena che, insieme a quella in cui Sanji piange di gioia, ricorda molto ciò che successe ad Enies Lobby, con Robin prigioniera e in lacrime che chiese di unirsi ai Mugiwara (scegliendo quindi di essere salvata e di vivere) e Luffy che sorridente si apprestava ad aiutarla insieme a tutti gli altri nakama.
 
Per quanto riguarda il supporto tattico di Brook, non posso che approvare, grazie alle abilità congelanti del personaggio, l’autore ha strategicamente risolto il problema delle ragnatele sparse ovunque.
 
GRANDE FRATELLO…CYBORG
Come anticipato prima, grazie alle urla di Sanji, alcuni personaggi si sono resi conto che la voce veniva trasmessa dagli animaletti nascosti in giro per il castello, e questo ha permesso al gruppo di Yamato scoprire la presenza del topolino spia.
 
Le telecamere viventi, chiamate Mary, si dividono in cyborg, i vari animali, e personaggi umani, come Bao Huang, che ricevono le immagini grazie alla condivisione del campo visivo. Come prima spiegazione può andar bene, ma ancora non è chiaro come funzioni il potere dell’occhio, cosa sia nello specifico e se effettivamente venga controllato da Bao Huang come fosse un’abilità innata o magica. Il dettaglio più interessante è che gli animali sono cyborg, quindi a rigor di logica, potrebbero essere stati creati da Queen, capace non solo di innesti robotici nel suo corpo, ma di fabbricare delle vere e proprie creature autonome, che ricordano più o meno il cane robot dell’isola natale di Vegapunk… e ritorniamo sempre a Vegapunk… Sembra che Oda voglia suggerirci, ancora una volta, che Queen possa aver avuto dei legami con lo scienziato più geniale di tutti i tempi, o che abbia avuto modo di visionare in prima persona il suo operato. Vedremo.
 
Due parole sulla “maledizione” che aleggerebbe nel deposito in cui si trovano Momo, Shinobu e Yamato, forse dovuta al drago, emblema di Kaido, sfasciato dalla sua stessa figlia e da Ace…magari l’imperatore non voleva farlo sapere in giro? Avrebbe potuto sbarazzarsi della statua. Sinceramente non saprei se si possa trattare di un’ informazione importante o meno.
 
In realtà stavo solo cercando di tergiversare per provare a dimenticare la nota dolente del capitolo, almeno per me. Quella piccola tavola con Yamato che si denuda. Perchè Oda? Si tratta di fan service necessario? Dovrebbe essere una gag, ma non mi ha divertito, sinceramente l’ho trovata di cattivo gusto, al limite della sessualizzazione del personaggio, anche se il buon #Kira del Laboratorio di Vegapunk ha fatto notare che Yamato non è maliziosa, al contrario di Black Maria, vera esibizionista. E la mancata visione dell’espressione (lasciva) di Momo da parte di Oda nei nostri confronti sembrerebbe deporre a favore dell’ipotesi di Kira. Continuo a non apprezzare, è una questione soggettiva, ma concedo il beneficio del dubbio.
 
Invece non ho trovato di cattivo gusto il nudo di Black Maria che conclude il capitolo, provocando gioia e imbarazzo in Brook (e immagino anche in gran parte dei lettori). Quantomeno è giustificato dall’esigenza di mostrare il tatuaggio sulla schiena della donna, a cui Oda dedica un primo piano e che mi ha ricordato quello di Hancock, con le dovute differenze, e che, a quanto pare è il motto di vita dell’inquietante Tobi Roppo, nonché un monito agli uomini incauti che lei stessa irretisce.
 
Prima di concludere, vorrei soffermarmi sull’arma di Black Maria, una lunga asta sormontata da un Wanyudo (letteralmente “Monaco della ruota“), uno yokai giapponese che prende la forma di una ruota da carro con volto umano. Secondo la leggenda si tratterebbe dell’anima tormentata di un antico Daimyo, che torturava i nemici proprio con una ruota. E’ ritenuto anche un guardiano infernale che, girovagando in eterno, ruba l’anima alle sue sfortunate vittime. E chi sta per affrontare la gigantesca yokai insieme a Robin? Proprio lui, “Soul King” Brook… che sia un caso? Credo proprio di no….
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e dell’analisi.
 
Articolo scritto da #Clementina de La Zattera di Teach

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